Il perfezionismo è l’impulso a fare tutto senza errori e a dare sempre il massimo. Di conseguenza, implica l’imposizione di standard elevatissimi e la ricerca costante della perfezione in ciò che si fa – un istinto correlato anche a un forte bisogno di controllo.
In base al livello, il perfezionismo può comportare sia vantaggi che svantaggi. Per professioni o situazioni che richiedono una grande precisione e risultati di elevata qualità (ad es. in chirurgia o ingegneria), è una qualità particolarmente utile. Cercare la perfezione può infatti aiutare a ridurre al minimo gli errori e a ottenere buoni risultati.
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«Essere perfezionisti significa voler evitare gli errori a ogni costo»
Se però si esagera, diventa controproducente, e si arriva a parlare di perfezionismo inutile: infatti, se porta ad avere aspettative irrealistiche, diventa inutile. Ad esempio, se si vuole evitare a tutti i costi qualunque errore – cosa impossibile – la tensione che ne deriva diventa eccessiva e si finisce per rimanere bloccati. Ci si perde in dettagli inutili e si ha l’impressione di non essere mai bravi abbastanza anche se si lavora tanto.
Il perfezionismo è una malattia?
Di per sé, il perfezionismo non è una malattia. Tuttavia, può provocare sintomi secondari come stress cronico, insonnia, ansia, depressione, isolamento sociale e la spiacevole sensazione di non riuscire a concludere mai nulla nella vita. E ovviamente ciò ha un influsso negativo sulla qualità di vita.
Come nasce il perfezionismo?
All’origine del perfezionismo vi possono essere molti fattori diversi. In particolare, si può citare l’influenza di fattori sociali come educazione, mobbing, emarginazione e social media. Inoltre, per natura le persone più coscienziose e responsabili tendono a essere più perfezioniste. Quando ci si trova in situazioni di incertezza o di stress, questo perfezionismo può tradursi in preoccupazioni eccessive e in veri e propri blocchi.
Come posso capire se sono troppo perfezionista?
Se investe sempre ore e ore in compiti che non richiedono necessariamente lo stesso impegno e comunque non è mai davvero felice del risultato, è possibile che lei sia una persona perfezionista. Il perfezionismo è uno strumento di autodifesa contro le paure. Come, ad esempio, la paura del rifiuto o di essere giudicati negativamente oppure anche altre influenze ambientali.
Dedicarsi del tempo per riflettere (facendo un’auto-analisi ad es. tenendo un diario) può essere un buon punto di partenza. Rifletta sull’origine di queste aspettative così elevate nei suoi stessi confronti. Vengono dall’educazione? Da eventuali brutte esperienze o dal desiderio di evitare determinate esperienze negative?
Come comportarsi con le persone molto perfezioniste?
Avere a che fare con persone molto perfezioniste può essere difficile, e richiede sensibilità, pazienza e sostegno. Comunicando con rispetto e incoraggiandole ad avere un approccio più sano nei confronti di eventuali errori può aiutarle a portare il loro perfezionismo a un livello più produttivo e meno stressante.
Come posso farlo nel mio contesto lavorativo?
Nel contesto lavorativo si potrebbe ad esempio aiutare queste persone a concentrarsi sull’essenziale quando si stanno perdendo nei dettagli. È anche utile dare qualche consiglio (mostrando gentilezza e tatto) su come gestire il tempo e minimizzare quindi l’effetto negativo dell’eccessiva precisione.
Un’idea potrebbe essere autoimporsi un limite al tempo da dedicare a determinati compiti o trovare un compromesso ragionevole per il controllo di testi e mail, come rileggere un testo massimo 2-3 volte per evitare verifiche esagerate che in genere costano soltanto tempo senza migliorare proporzionalmente il risultato finale.





